Questo quinto episodio delle avventure
cinesi di Ugo Pastore segna un passo indietro rispetto al precedente.
L'azione si svolge serrata, ma senza un filo narrativamente
soddisfacente e la storia gira ad alto ritmo ma a vuoto. Spariscono i
villains Likang e Sun (su cui avevo risposto non poche aspettative),
e anche Meifong e Meilian paiono essere giunte al capolinea.
Soprattutte le due sorelle sembrano venir messe da parte come
personaggi di cui non si sa bene che cosa fare, quale ruolo affidar
loro; ad esempio, il rapporto Ugo - Meifong non ha avuto alcun
significativo sviluppo negli ultimi tre numeri e i confronti fra i
due sono al limite del frustrante. Soprattutto per l'atteggiamento di
Ugo, che, certo ispirata a realismo (il pensiero di una relazione
pubblica fra lui e Meifong è ragionevolmente poco fondato), non ha
la forza di diventare motore narrativo efficace. Ugo segue e protegge
Meifong e la sorella, ma la tensione emotiva resta molto bassa e
resta solo l'azione, l'abilità di Ugo di tirarsi fuori dai guai
(un'abilità che finisce per neutralizzare anche la tensione degli
scontri). Il lavoro di Manfredi è preciso (contestualizzazione,
ricostruzione storica, e, sia chiaro, tempi narrativi), ma il
risultato è freddo; soprattutto il protagonista non ha (finora)
caratura tale da reggere il peso di una storia, né (finora) lo sono
i personaggi che via via incontra. Le figure secondarie, infatti, pur
non di rado ben abbozzate, restano nel loro ruolo di comparse, di
spalle, né viene loro offerta la possibilità di raccontare le loro
storie. Per ora, la caratteristica migliore della serie è
indubbiamente il disegno e in questo episodio Riccaldo Riboldi fa
decisamente un buon lavoro sotto tutti gli aspetti.
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