Trecentocinque numeri sono tanti, e capisco che ogni mese le idee debbano venire spremute fuori come dentifricio dal tubetto oramai alla fine... ma questo "Il museo del crimine" mi è parso una delle storie peggiori degli ultimi, crepuscolari, anni dell'investigatore che abita al 7 di Craven Road.
Salvo con decisione solo i magnifici disegni di Nicola Mari, che valgono da soli il prezzo dell'albo. Ma il plot è qualcosa di telefonato sin dalle prime tavole, e il finale risulta un tentativo -sterile- di salvare la storia.
Brevissimo accenno alla trama: Dylan si trova con la fidanzata del mese (puntuale come il la Playmate del mese, in effetti...) in un museo, dove stanno allestendo una mostra su alcuni dei piu' famosi serial killer inglesi. Non stupira' il lettore scoprire che la visione delle scene sanguinolente -riprodotte in cera nella migliore delle tradizioni albioniche- coinvolge profondamente Dylan, che si immedesima svariate volte in vittime e carnefici del momento. Il tutto in meno di cento pagine, e ho lasciato fuori il finale "a sorpresa". Troppa roba affastellata a caso in un albo che sta cominciando (per dirla col dottor Asimov) a non giustificare più la sua esistenza in edicola.
Voto sintetico: 4 alla storia, 7,5 alle matite di Mari.
Barney
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31 gennaio 2012
29 gennaio 2012
Eccetto Topolino
Vero, questo volume edito da Nicola
Pesce Editore non lo trovate in edicola, ma racconta un pezzo di storia
importante del fumetto italiano, la comics craze esplosa durante il
ventennio della dittatura fasciata, quando l'edicola era l'unico
luogo dove si potevano trovare fumetti. È una vicenda avventurosa,
piena di personaggi e vicende che hanno costruito le basi del fumetto
italiano del dopoguerra e che ben illustra anche l'approccio degli
editori al fumetto, generalmente basato (Mondadori notevolissima
eccezione) su una visione a breve termine, anche in senso
strettamente industriale: molte tattiche, ma pochissime strategie.
Gli autori (Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama) hanno
sfruttato come punto di partenza l'archivio di Guglielmo Emmauel, al
tempo rappresentante in Italia del King Features Syndacate (quindi da
Cino e Franco a Mandrake), messo a disposizione dalla Fondazione
Franco Fossati ed esplorano le relazioni fra editoria e politica e
progetti ancora emozionanti, come quello della distribuzione
all'estero dei fumetti italiani. Ottimo l'apparato redazionale (Mimmo
Franzinelli, Ernesto G. Laura e Francesco de Giacomo), e la cura
nella realizzazione del volume (apparato iconografico, leggibilità
e, finalmente, dei bei margini dove annotare). Vale tutti i 35 €
del prezzo.
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Sergio Lama
28 gennaio 2012
N.O.X. #5 - Tradimento!
Siamo ormai
giunti al sottofinale di questa miniserie e Alessandro Bottero inizia
a sciogliere i nodi della vicenda: restano ancora in ombra i mandanti
del complotto contro l'Unione Europea, ma intanto scopriamo
l'identità della talpa infiltrata dentro la Squadra Speciale Europa
(bene come Bottero in questo volume insinua il sospetto nel lettore).
L'eliminazione di alcuni componenti dà l'occasione di raccontare il
loro passato: storie fortemente collegate alla storia della nazione
di provenienza; una scelta coerente con lo spirito della serie, che
ha l'ambizione di raccontare l'Europa del presente anche e
soprattutto nelle sue contraddizioni, ma che risulta in un certo
didascalismo. In compenso, l'aumento del ritmo giova alla leggibilità
e come unico momento forse troppo lento resta il funerale di
Karahalios e Yorga, sebbene la pateticità e retorica del discorso
funebre di Striani ha un senso narrativo importante (che non si può
rivelare, per non guastare la lettura).
Al di sotto
delle aspettative il contributo di Daniele Statella, di cui avevo
molto apprezzato le prove su dr. Morgue e Legion 75, a fianco di
Farco Fara (Nota di Daniele Statella: "Questo episodio e'erroneamente attribuito a me. Dati ridotti tempi di
produzione e' stato realizzato da Stanislao Rossi , marco Fara,
Beniamino Delvecchio. Il mio contributo all'episodio e'stato minimo ed
appare solo il mio nome").
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Shanghai Devil #4 - I Ribelli del Fiume Giallo
Finalmente il vagare di Ugo Pastore
sembra aver trovato un filo e le sue reazioni una ragionevole
coerenza. In questo episodio lo ritroviamo aggregato alla banda di
pirati di Likang e Sun, che hanno occupato il villaggio dove Ugo,
Meifong e Meilian si erano rifugiati, e che lo scambiano per membro
della setta dei Figli del Re Celeste, di una delle varie associazioni
segrete che si batte per l'indipendenza della Cina dagli stranieri. I
pirati abbandonano il villaggio, per unirsi a un sedicente gruppo dei
Pugni dell'Armonia, secondo Likang in grado di opporsi con la loro
conoscenza delle arti marziali agli eserciti stranieri. E proprio lo
squilibrio militare e la ferocia degli eserciti sono il centro di
questo numero, dove Gianfranco Manfredi non perde occasione per
sottolineare la meticolosa tattica di distruzione degli occupanti
occidentali.
Ma soprattutto, in questo albo emergono
i personaggi di Likang e Sun, villains classici ma non banali,
intelligenti e non solo furbi, a loro modo idealisti, sebbene di un
idealismo sempre temperato da realismo, in una miscela molto
confuciana. Sempre efficaci i disegni di Roberto Diso, che ben
supportano quello che è il miglior numero di Shanghai Devil finora
uscito.
Leggi anche: Walter Troielli su lospaziobianco.it.
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26 gennaio 2012
Bakuman #12
Numero abbastanza coinvolgente soprattutto perché la prima parte rilassa (finalmente i Muto Ashirogi sono riusciti a ingranare in qualcosa) e la seconda distrae (inizia una sotto trama incentrata su uno degli assistenti).
A mio parere però Bakuman ha superato il climax, ha fatto il suo insomma. Incentrato sul mondo dell'editoria fumettistica giapponese, sul lavoro di autore, su come diventarlo e cosa vuol dire esserlo, in pratica un meta-fumetto, ormai, dopo più di 10 volumetti, ne ha dette di cose. A meno di non trasformarsi in un trattato tecnico, direi che ha detto tutto. L'altro elemento portante potrebbero essere i protagonisti, ma imho non funzionano come eroi, essendo sostanzialmente mediocri cioè surclassati dagli altri personaggi.
Non a caso una delle cose che apprezzo di più sono le briciole, cioè vignette, a volte solo disegni a margine, slegati dalla narrazione principale, dedicati a questo o quel personaggio secondario per illustrare il suo stato d'animo tanto efficaci da valere da sole tutto il fumetto.
A mio parere però Bakuman ha superato il climax, ha fatto il suo insomma. Incentrato sul mondo dell'editoria fumettistica giapponese, sul lavoro di autore, su come diventarlo e cosa vuol dire esserlo, in pratica un meta-fumetto, ormai, dopo più di 10 volumetti, ne ha dette di cose. A meno di non trasformarsi in un trattato tecnico, direi che ha detto tutto. L'altro elemento portante potrebbero essere i protagonisti, ma imho non funzionano come eroi, essendo sostanzialmente mediocri cioè surclassati dagli altri personaggi.
Non a caso una delle cose che apprezzo di più sono le briciole, cioè vignette, a volte solo disegni a margine, slegati dalla narrazione principale, dedicati a questo o quel personaggio secondario per illustrare il suo stato d'animo tanto efficaci da valere da sole tutto il fumetto.
22 gennaio 2012
Rat-Man #88 - Il Grande Magazzi
Dopo aver disegnato per quattro numeri la fortunata ed esilarante saga dei Sacrificabili, ed avere terminato il 2011 con gli introspettivi e cupi numeri 86 e 87 ispirati a "La strada" di Cormac McCarthy (mica Fabio Volo, per dire...), Ortolani torna verso le parodie di film e/o libri mainstream che hanno fatto la sua fortuna. Lo fa con questo numero 88, che già dalla copertina ammicca a una eptalogia di una certa scrittrice inglese che pare sia diventata ricchissima. Si, insomma: Licia Trois JK Rowling e il suo Harry Potter, qui impersonato da un improbabile Rat-Man di nome Oler Magazzi alle prese con una saga che si preannuncia un blockbuster da edicola E da Fiera del Fumetto, una volta raccolta e rilegata à là "299+1".
In questo albo la trama è inessenziale e la continuity con il mondo del ratto inesistente; l'importante è divertirsi a scoprire personaggi e gag, doppi sensi e battute dotte. Non svelerò qua l'identità del Principe MezzoRospo (anche se i fan di Ortolani potrebbero già avere una idea precisa...), né il nome che Cinzia Otherside ha in questo fumetto. Vi lascio con un "Abracatuamadra!" e con l'incantesimo "Ciuffus", l'unico padroneggiato dal Ron-Brakko che si vede in copertina sotto Piton.
Barney
21 gennaio 2012
Legion 75 #1 - Londra brucia
Due linee narrative ambientate in una Terra
alternativa: la prima nel 1975, la seconda nel 1985.
Nel mezzo, la fine dell'umanità. Nel 1975, seguiamo le vicende
dell'agente Byron Truman, killer del MI6, che si trascina fra
esecuzioni e assunzioni di lsd, per soddisfare il proprio desiderio
di vendetta e di odio (verso se stesso? verso il nonsense del mondo?)
e si imbatte in un criminale che doveva essere morto e in uno strano
embrione. Nel 1985, assistiamo alla lotta per la sopravvivenza
dell'unico essere umano rimasto a Londra, ormai occupata da una
specie animale mutante (i legionari del titolo della miniserie), che
risulta in ripetuti scontri e reciproci agguati.
Spunti classici (da "Io sono
leggenda" di Matheson a "L'ospite indesiderato" di
Hitoshi Iwaaki), che Walter Riccio sviluppa senza sbavature e con
un risultato di ottima leggibilità. Efficace la resa grafica, sia
quella scarna firmata di Riccardo Riccio (linea 1975, dove Truman mi
rievoca un antico Larry Mannino), sia quella più dettagliato del duo
Daniele Statella - Marco Fara, già visti alle prese con dr. Morgue,
al quale avevano dedicato uno stile più scabro.
Leggi anche: Michele Garofoli su lospaziobianco.it
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15 gennaio 2012
N.O.X. #4 - L'inizio della fine
Con questo numero, Alessandro Bottero
prepara il finale della miniserie, iniziando a ricollegare i fili
della trama tessuta nei numeri precedenti. Ancora molta azione: il
volume inizia con una spedizione in Nord Africa, condotta per sgominare una
banda di trafficanti di migranti, e termina con uno scontro nei
sotterranei dell'Eurohalle di Berlino, dove si tiene un convegno
sulla sicurezza informatica a cui partecipano i capi di governo dei
paesi dell'UE. In mezzo, nello spirito della serie, abbiamo
tradimenti, caccia agli infiltrati e trame di sovversione mondiale.
La scrittura di Bottero, nel corso della saga, si asciuga, ma,
nonostante l'oggettivo miglioramento (a partire da un numero 2
francamente sconcertante), risente ancora di una certa pesantezza. Un
esempio dal punto di vista del contenuto è l'apertura del volume, un
siparietto sulle tragedie della migrazione che si apre e chiude in
dissolvenza, che finisce per essere più didascalica che efficace e
dà l'impressione di essere stata messa lì giusto per
contestualizzare l'azione di N.O.X.. Dal punto di vista più formale,
la voce dell'autore, proposta attraverso le didascalie, risulta a mio
parere troppo intrusiva, al punto che quelle sembrano una
continuazione dell'introduzione al volume.
Dal punto di vista grafico, il lavoro
di Rosa Carrubba e Beniamino del Vecchio, una volta scontata una
certa inespressività dei volti, è molto buono
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13 gennaio 2012
Nirvana #2 - Eroi (solo per un giorno)
Già dal titolo e dalla copertina il numero due della nuova miniserie dei Paguri dichiara quello che sarà il contenuto: una serqua di meta-citazioni tra musica, cinema, letteratura e, soprattutto, fumetti. Pagani e Caluri si/ci ridono addosso, non perdendo però l'occasione per sparare a palle incatenate sulla Chiesa, e per inserire tripli e quadrupli sensi scorretti e pesantissimi.
Disegnato stupendamente da Caluri, "Nirvana" beneficia appieno dell'estro di Pagani in sceneggiatura: ad una prima lettura si ride, ad una seconda si afferrano le sfumature e i trucchi del mestiere, alla terza si becca pure la citazione trash nascosta sullo sfondo.
La storia: continua la saga di un improbabile truffatore di quarta lega, Ramiro Tango, che accetta di entrare nel programma di protezione testimoni e di incastrare, così, il cattivissimo Carlos Ronson. Quest'ultimo sguinzaglia due killer per mettere a tacere Ramiro prima del processo. L'ispettore Bhudda ha, ad ogni puntata, il compito di inventarsi una copertura nuova ed improbabile per nascondere Ramiro. Sangue e sesso come se piovesse per questo "Ratman" pompato e assolutamente da leggere.
Barney
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Paguri,
Panini Comics
08 gennaio 2012
dr Morgue #5- Il tempo passa la morte arriva
Buon numero. Si parte dalla fine e poi
si seguono in flashback gli eventi che hanno condotto alla scena
iniziale. È un vero e proprio sottofinale, visto che al termine del
volumetto torniamo a Yorick minacciato da una pistola nel mezzo di un
bosco desolato e coperto di neve. Lancio del sesto e ultimo numero,
dove Rita Porretto e Silvia Mericone tireranno le fila della
vicenda, questo episodio non fa emergere alcun elemento che corregga
i timori, emersi nel precedente, riguardo alla
giustificazione della storia, ma mantiene ben viva la curiosità
sullo scioglimento e sul destino dei personaggi.
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Rita Porretto,
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03 gennaio 2012
Nathan Never #247 - L'Unimente
Dopo un numero dal ritmo incerto e
interlocutorio, Stefano Vietti propone un episodio dalla struttura
classica e ben equilibrata fra momenti di riflessione e azione; forse
evitabile il prologo, mentre gli spiegoni da briefing rientrano nel
canone (sarebbe stato certamente meritorio gestirli diversamente, ma
tant'è). Una missione di quattro agenti alfa e tre telepati tenta
l'estremo azzardo di penetrare l'Unimente, la fantastica macchina
(macchina?) usata da Aran Darko per coordinare l'invasione marziana
della Terra. Nella prima parte seguiamo la preparazione dell'attacco,
attraverso brevi scene focalizzate sulle tensioni dei e fra i
personaggi, definite con scrittura sobria ed essenziale. Nella
seconda parte, a cui è ispirata la copertina, forse un po' enfatica,
l'attacco all'Unimente si svolge secondo canoni classici e con una
tensione molto efficace. Roberto de Angelis ben definisce ambienti
interni e umori e, soprattutto, il ritmo della vicenda.
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Sergio Bonelli Editore,
Stefano Vietti
02 gennaio 2012
Wisher #2 - Claustrofobia
Si conclude la miniserie di Sébastien Latour (testi) e Giulio de Vita (disegni) proposta da Bao Publishing in formato bonelliano e bianco nero. I disegni di de Vita invitano alla ricerca del dettaglio e in questa riduzione di formato (l'originale francese era nel classico formato dei cartonati d'oltralpe) danno comunque una bella sensazione di densità. La trama si scioglie in maniera dignitosa, anche se certo la sceneggiatura di Latour si concentra sul ritmo, senza troppo sforzarsi di costruire atmosfera o tensione vera e propria. I personaggi sono sostanzialmente stereotipati e la storia è sostanzialmente una caccia al ladro. Insomma: bel packaging, ma contenuto nutrizionale al di sotto delle aspettative e delle possibilità oggettive offerte dallo scenario.
Leggi anche: Salvatore Cervasio su lospaziobianco.it
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Shanghai Devil #3 - L'Alluvione
Questo numero solleva qualche perplessità sul profilo psicologico del protagonista (Ugo Pastore): le sue scelte sembrano del tutto estemporanee, le sue azioni e reazioni quasi schizofreniche. Si muove sull'impulso del momento, va in crisi per l'uccisione di alcuni briganti, poi ammazza a sangue freddo in un duello un signorotto. Manifestazione di un disagio esistenziale o di una sceneggiatura e di una resa del personaggio non equilibrate? L'andamento di questo episodio induce a propendere per la seconda ipotesi, ma spero di essere smentito nei prossimi numeri (possibilmente nel quarto). Bene i disegni di Biglia e bella la copertina di Mastantuono (in effetti, le copertine sono per ora l'elemento migliore della serie).
Leggi anche: Salvatore Cervasio su lospaziobianco
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Stefano Biglia
01 gennaio 2012
Presentazione
Questo blog è un buon proposito: un post alla settimana (o giù di lì) sui fumetti che compro in edicola. Piccole note, in base al tempo a disposizione, qualche riferimento e segnalazione.
Penso che le edicole siano ancora terra di conquista per il fumetto e il luogo dove si formano lettori, gusti e abitudini.
Il 2011 del fumetto in edicola è stato interessante e il 2012 potrebbe essere (nel buio di una crisi che si prospetta dolorosa e a carico delle classi medio basse) un anno critico. È una lotta per la sopravvivenza e tutti quelli che amano il fumetto sono chiamati a dare il proprio contributo.
Questo blog intende essere il mio piccolo contributo.
Penso che le edicole siano ancora terra di conquista per il fumetto e il luogo dove si formano lettori, gusti e abitudini.
Il 2011 del fumetto in edicola è stato interessante e il 2012 potrebbe essere (nel buio di una crisi che si prospetta dolorosa e a carico delle classi medio basse) un anno critico. È una lotta per la sopravvivenza e tutti quelli che amano il fumetto sono chiamati a dare il proprio contributo.
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