Law, un legal thriller a fumetti. Il
genere ha una buona tradizione televisiva come ti sembra questa sua
trasposizione fumettistica?
Davide G. G. Cagi e Giorgio Salati
sfruttano un gruppo di protagonisti ampiamente sopra le righe e
giocano molto su scene brevi e il loro susseguirsi dà ritmo
sostenuto all'intreccio. La sensazione è che un appassionato di legal
thriller nel suo formato televisivo possa apprezzare Law, perché il
fumetto mantiene molto della struttura e delle convenzioni del
genere. E quindi il primo consiglio è: se conoscete un appassionato
di legal thriller che non legge fumetti, fategli leggere Law. Magari
il fumetto guadagna un lettore.
Punti deboli che saltano all'occhio?
Lo scioglimento del whodunit è
decisamente convenzionale, ma qui dobbiamo tener conto del fatto che
l'intento degli autori è esaltare l'importanza del momento retorico
- spettacolare del dibattimento, più che quello analitico, per cui
un indizio di per sé non troppo significativo, viene trasformato in
elemento critico agli occhi di una giuria che dopo feroci scambi fra
accusa e difesa brancola ancora nel dubbio. Dal lato grafico, il
tratto di Enza Fontana mi appare fin troppo legnoso, soprattutto
nella resa dei volti e delle loro espressioni, che avrebbero
guadagnato da una maggiore morbidezza. Ma qui siamo ai confini del
gusto.
E sempre a livello di gusto, mi lascia
perplesso la scelta di basare il design dei personaggi su attori
hollywoodiani. Forse la mia insoddisfazione per la loro mimica ha a
che fare con quella scelta? Voglio dire: vedo Meryl Streeep o Edward
Norton e magari quell'insoddisfazione nasce dal fatto che la loro
resa non corrisponde al loro modo di recitare, o che proietto la resa
grafica sul canone di recitazione, che naturalmente risulta forzato.
Ah e poi mi chiedo: con quali soldi la
cliente ha pagato l'astronomica parcella dello studio legale Cussler
& Brandise?
Motivi per leggere il secondo numero?
Intanto, su una miniserie si scommette
volentieri. Law mette in scena un gruppo di vincenti conformisti. Un
possibile sviluppo sarebbe raccontare una messa in crisi di quel
conformismo e della moralità professata dai membri dello studio
legale, sacerdoti di successo di un sistema basato sul successo
individuale. Altrimenti, potremmo avere una successione di casi più
o meno interessanti e più o meno appassionanti. Dal punto di vista
della definizione dei protagonisti, il primo numero ne ha dato la
presentazione sul campo. Abbiamo una nuova arrivata che può fungere
da elemento di rottura degli equilibri interni allo studio legale e
una conclusione dell'episodio che lascia pensare che sia proprio
questo il suo ruolo.
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