Con Hotel Europe, ancor più che
con I Ribelli del Fiume Giallo, Gianfranco Manfredi confeziona un
ottimo numero due (sì: #2), con una storia solida e personaggi pieni
di possibilità (al basso profilo del protagonista sono ormai
rassegnato), alcuni dei quali purtroppo fatti fuori senza pietà
(sembra che Ugo Pastore porti alle persone più sfortuna di
John Constantine: gli muoiono tutti intorno) e illustrata in maniera
egregia da Darko Perovic, in odore di Milazzo (ve lo giuro: guardare per credere. Ed è inteso in senso assolutamene positivo). Quindi, in sé questo
numero è una conferma delle capacità di Manfredi e dell'impegno
profuso nel progetto. Permane un problema, per così dire,
architetturale, perché Hotel Europe non è il numero due ma il
numero sei. Di fatto, il suo intreccio ha bisogno di pochissimo di
quel che è accaduto finora, considerazione che implica la scarsa
utilità dei primi cinque numeri. Davvero: perché Manfredi ha fatto
sinora vagare in lungo e in largo, senza costrutto, spinto da impulsi
estemporanei e narrativamente insoddisfacenti, Ugo Pastore? Come già
dopo I Ribelli, attendo con viva curiosità il prossimo episodio (Sotto
Ricatto): la vicenda finalmente si incanalerà secondo un progetto
visibile e apprezzabile? Oppure Manfredi azzererà nuovamente tutto,
per ripartire dall'inizio, con il protagonista privo di qualsivoglia
piano e visione, ma comunque prontissimo a rimpinguare il suo già
ricco carniere di morti ammazzati con strepitosa efficienza (la Cina
del tempo di Shanghai Devil è certo un contesto ostile agli ideali
pacifisti di Ugo. Be', alla terza crisi di coscienza, sorge il
sospetto che il pacifismo di Ugo potesse essere o evitato o espresso
in maniera meno ripetitiva)?
Comunque, ribadisco: ottimo numero. Chi
abbia perso le prime cinque uscite non si preoccupi e inizi da qui.
1 commento:
Eh, ma Perovic e' un signor disegnatore: su Magico Vento ha sempre fatto meraviglie.
Barney
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